CETA: secondo Nomisma e CRIF anche grazie all'accordo UE-Canada ulteriori margini per export italiano

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3 ottobre 2017

"Dopo la Germania, il Nord America (USA + Canada) rappresenta la seconda destinazione del nostro export agroalimentare, con un valore che nel 2016 ha superato i 4,6 miliardi di euro, il 12% del totale. Anche nei primi sette mesi di quest'anno le vendite italiane di food&beverage negli USA sono aumentate di oltre il 7%" ricorda uno studio di Agrifood monitor di Nomisma e CRIF sottolineando che, a partire da questo dato, emergono grazie ad un approfondimento sui consumatori statunitensi e canadesi, ulteriori margini di crescita, in virtù di un'ottima reputazione e di un posizionamento di qualità di cui godono le nostre produzioni e che, anche grazie al recente accordo di libero scambio con il Canada (CETA), potrebbero ottenere un'ulteriore spinta propulsiva. "La survey ci ha permesso di definire l'identikit dell'authentic user di prodotti alimentari italiani" ha dichiarato Denis Pantini, responsabile dell'area agroalimentare di Nomisma. "Nel caso degli USA, si tratta di un consumatore con reddito familiare alto, che vive a new york, di età compresa tra 36 e 51 anni, con alto livello di istruzione e che segue corsi e programmi tv di cucina". Per quanto riguarda invece l'authentic user del Canada, precisa Pantini "si connota sempre per un reddito familiare alto, con età media più elevata rispetto al collega americano (tra 52 e 65 anni), che utilizza internet per informarsi sui prodotti alimentari e che anche in questo caso segue programmi tv dedicati alla cucina", puntualizza.

FONTE: Agra Press




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