AGRICOLTURA: SEBASTIANELLI, INTERNAZIONALIZZARE NON CONVIENE PIU’

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26 luglio 2010

Per il presidente della cooperativa biologica La Terra e il Cielo, che compie trent’anni di attività, il futuro sarà nel mercato nazionale e marchigiano

Nasce il Consorzio Marche biologico per utilizzare al meglio i fondi Ue

 Arcevia (An), 24 luglio 2010 – I bambini che frequentano le scuole comunali di Fujishima, in Giappone, mangiano nelle mense i prodotti della cooperativa de’ La Terra e il Cielo di Piticchio di Arcevia (An) così come lo hanno fatto, per la quinta volta, i turisti e gli spettatori che hanno partecipato al Caterraduno di Senigallia (An). La cooperativa, che esporta in venti Paesi nel mondo, dalla Nuova Zelanda al Canada, dal Giappone agli Stati Uniti, ha festeggiato i trent’anni dalla sua apertura, avvenuta nel 1980, nella sede di Piticchio con un convegno dedicato al biologico e con risultati economici di eccellenza, cento soci produttori, per il 95% marchigiani, un fatturato di 2,5 milioni di euro dovuto, in larga parte, alla produzione di pasta biologica. Prodotto di cui ne produce 80 formati diversi con i grani conferiti dai soci, cui La Terra e il Cielo è impegnata a pagare un prezzo equo per il loro lavoro, circa 40 euro al quintale nel 2008 contro una media di 12-15 euro al quintale del mercato generale. Una “pasta firmata” perché il consumatore trova tutte le indicazioni di tracciabilità del prodotto e, soprattutto, l’impresa agricola che produce il grano.

 La storia de’ La Terra e il Cielo coincide con quella dello sviluppo dell’agricoltura biologica nelle Marche, di cui la cooperativa è stata una delle avanguardie anche in Italia e in Europa. Un settore che oggi conta 2.700 aziende, con una superficie totale coltivata a biologico di circa 46 mila ettari, oltre a 28 mila ettari in conversione, pari al 14% di terreni coltivati a biologico sul totale della superficie agricola regionale. Le Marche sono una tra le prime regioni italiane per produzione agricola biologica ma anche per trasformazione, commercializzazione ed esportazione verso l’estero. La Regione Marche, inoltre, è stata una delle prime ad approvare, nel 1997, una legge sul biologico ancora prima della stesura del regolamento comunitario per il settore. Ha destinato, nel Piano di sviluppo rurale 2007-2013, 6,5 milioni di euro al biologico, di cui 1 milione come contributo alle aziende agricole per abbattere i costi di certificazione, 2 milioni per gli investimenti, 3 milioni per la promozione, 500 mila euro per la ricerca e per la formazione.

“In questi anni – ha detto il presidente della Terra e il Cielo, Bruno Sebastianelli -, abbiamo raggiunto grandi risultati, sempre con l’obiettivo di rispettare la dignità del lavoro dei nostri soci e dipendenti. Siamo nati con il sogno di poter costruire uno sviluppo agricolo nel rispetto dell’ambiente, del territorio, del paesaggio. E ci siamo riusciti, ma oggi, dopo trent’anni, siamo convinti che sia ora di cambiare rotta. Dopo aver investito nell’internazionalizzazione, anche grazie al sostegno della Regione che ci ha consentito di partecipare a tante fiere, in Giappone, Germania, Stati Uniti, Canada, di farci conoscere, di esportare in tutto il mondo, oggi diciamo che è ora di cambiare rotta e di puntare sempre più al mercato locale, all’Italia e alle Marche, in particolare”. E questo, ha spiegato Sebastianelli, “anche se per adesso non possiamo certo rinunciare alle nostre quote di mercato estero, perché vogliamo continuare a crescere nel modo giusto. Ci poniamo un problema di natura etica e ambientale, non si può, infatti, proseguire a inviare merci in giro per il mondo senza considerare il danno che questo provoca all’ambiente. Un metodo che, inoltre, ha dei costi altissimi di trasporto dovuto al prezzo del petrolio, un costo che, a breve, non potremo probabilmente più permetterci visto che anche scienziati, come quelli dell’Aspo-Association for the Study of Peak Oil and Gas, hanno annunciato uno shock petrolifero entro il 2014, un blocco cui, finora, non ci sono alternative reali. Allora, noi pensiamo che sia giunto il momento di rifondare il biologico e d’investire sulle opportunità che ci vengono dal territorio, come i Gruppi d’acquisto solidale. Siamo all’alba di una nuova coscienza, più equa, più solidale, in cui non ci sarà futuro per tutto ciò che è superfluo”. E per affrontare il futuro, e anche l’opportunità offerta dai fondi Ue, la Terra e il Cielo ha appena creato, insieme ad Alce Nero, Italcer, Montebello, TerraBio, il Consorzio Marche Biologico, con lo scopo di meglio utilizzare le risorse destinate al settore e investire in sinergia.

“L’agricoltura biologica è un elemento di diversità – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Petrini – che dà un valore aggiunto a tutto il nostro territorio, all’ambiente, al paesaggio ed è uno dei motivi che ci fa ribadire con forza il nostro no agli Ogm nelle Marche. Il biologico è un’opportunità di sviluppo per la nostra regione in cui è morto e sepolto il tradizionale modello di crescita legato al manifatturiero. Per questo, come Regione, c’impegniamo alla valorizzazione e al sostegno della filiera e dell’agricoltura biologica, che possono garantire un reddito agli imprenditori e prodotti sani ai consumatori”. Un valore aggiunto al territorio che è stato confermato anche da Fabio Renzi, direttore di Symbola, che ha ricordato come “sulle terre delle Valli del Misa e del Nevola, si sia saputo valorizzare e tutelare il paesaggio agrario, ben rappresentato negli studi dello storico Sergio Anselmi, nelle foto di Mario Giacomelli e anche nel lavoro quotidiano di questa cooperativa”.

 Per i trent’anni della Terra e il Cielo hanno voluto essere presenti in tanti, la presidente della Provincia di Ancona, Patrizia Casagrande, il sindaco di Arcevia, Andrea Bomprezzi, quello di Senigallia, Maurizio Mangialardi, i consiglieri regionali Fabio Badiali e Enzo Fiancarli, il presidente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnati. Presenti anche tanti soci, che hanno sollecitato la Regione a riconoscere ancora di più, anche con i fondi del Piano di sviluppo rurale, la qualità dell’agricoltura biologica marchigiana e a investire per favorire il passaggio degli agricoltori tradizionali al biologico, per un miglioramento della salubrità della campagna e dei prodotti. Francesco Solfanelli, agronomo della cooperativa, ha tracciato un’analisi tecnica sullo sviluppo delle aziende biologiche mentre Teodoro Bolognini, responsabile regionale Legacoop Marche Agroalimentare, ha ricordato come “i soci della Terra e il Cielo, quando hanno cominciato, sono stati considerati dei velleitari ma in trent’anni hanno dimostrato che un altro sviluppo è possibile. Legacoop è orgogliosa di loro”.

 Domenica 25 luglio, La Terra e il Cielo dedica una giornata a ricordare il duro lavoro dei campi con la rievocazione della mietitura. I partecipanti si raduneranno alle sei del mattino per mietere a mano, vicino a Piticchio di Arcevia (An), ascoltare le vecchie storie dei contadini all’ombra del gelso, fare merenda a base di prodotti biologici locali. Alle 16, una grande festa con la trebbiatura sull’aia con macchine e attrezzi d’epoca.




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