L'Italia accelera sul Piano d'Azione Regionale FAO-CGPM: al MASAF si chiedono incontri mirati per il settore della piccola pesca

Pesca e acquacoltura

 

Roma, 20 novembre 2025 - Si e' svolta oggi, presso il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (MASAF), la tavola rotonda "Verso l'implementazione del Piano d'azione regionale FAO-CGPM per la pesca artigianale", un momento di confronto tra istituzioni, cooperative della pesca artigianale, Aree Marine Protette, mondo pesca, mondo della ricerca e organizzazioni non governative, dedicato all'attuazione in Italia del piano promosso dalla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero (CGPM/FAO).

Il Piano RPOA-SSF, sottoscritto come Dichiarazione ministeriale nel settembre 2018 dai rappresentanti dei Paesi del Mediterraneo e del Mar Nero e dell'Unione europea (Italia inclusa), rappresenta un impegno politico di portata storica. Costituisce una road map decennale (2018–2028) volta a garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale della pesca artigianale, adattando al contesto mediterraneo le Direttive volontarie della FAO per la piccola pesca.

Aprendo i lavori, moderati dal vicepresidente Medac Giampaolo Buonfiglio, Marco Lupo, Capo Dipartimento del MASAF per le politiche competitive, della qualità agroalimentare e l'ippica, ha sottolineato come la piccola pesca rappresenti un settore che merita di essere sostenuto con strumenti concreti, partecipazione e visione a lungo termine.

Nel suo intervento, il Sottosegretario di Stato, Patrizio La Pietra, ha sottolineato che "la piccola pesca artigianale rappresenta una risorsa strategica per il Paese. Il MASAF e' pronto a proseguire il  confronto con tutti gli attori coinvolti per sostenere il settore della piccola pesca."

Nel corso della mattinata, esperti e stakeholder hanno discusso le principali sfide per il settore - dal ricambio generazionale alla redditività, fino alla necessità di una governance più inclusiva basata su dati esaustivi e capillari -condividendo esperienze e proposte per costruire un percorso nazionale condiviso di attuazione del Piano.

Come ricordato da Anna Carlson, Fishery Officer della CGPM/FAO, "Il successo del RPOA-SSF dipende dalla capacità dei Paesi di trasformare i principi in azioni concrete, coinvolgendo tutti gli attori - dai pescatori alle istituzioni - in un dialogo continuo e costruttivo."

Come evidenziato da Alessandra Prampolini, direttrice generale del WWF Italia,  "la pesca artigianale sostenibile e' un alleato prezioso per la tutela del mare e per il benessere delle comunità costiere". L'attuazione del Piano in Italia e' un passo necessario per unire conservazione, innovazione e giustizia sociale, mettendo le persone e gli ecosistemi al centro delle politiche marittime."

L'Alleanza delle Cooperative Italiane Pesca (Confcooperative Fedagripesca, Agci Pesca e Acquacoltura, Legacoop Agroalimentare) ha ribadito che "la piccola pesca non e' solo una componente economica, ma un patrimonio culturale e sociale che va tutelato e valorizzato. Il Piano rappresenta un'occasione concreta per rafforzare il ruolo dei pescatori nella gestione sostenibile delle risorse e nella costruzione di un futuro condiviso per le comunità costiere. Il modello italiano di piccola pesca già esiste ed e' quello elaborato in questi anni dall'Alleanza delle Cooperative. Tale modello merita di diventare il punto di riferimento nazionale, di essere fortemente finanziato per una sua implementazione nazionale e disseminato in tutto il Mediterraneo."

Dalla giornata di confronto sono emerse cinque priorità operative per accelerare l'attuazione del Piano in Italia.

  1. Istituire momenti di approfondimento regolari, anche utilizzando e ampliando i meccanismi istituzionali già esistenti  per garantire un confronto strutturato e inclusivo tra istituzioni, settore, ricerca e società civile.
  2. Definire un quadro normativo nazionale per la cogestione, capace di supportare lo sviluppo di piani di gestione locali partecipati, fornendo regole chiare.
  3. Allocare risorse dedicate e strumenti finanziari stabili per monitoraggio, formazione e innovazione, anche alla luce dei cambiamenti nella programmazione europea.
  4. Rafforzare la raccolta e condivisione dei dati sulla piccola pesca, integrando conoscenze scientifiche e tradizionali per decisioni basate su evidenze.
  5. Valorizzare e replicare le buone pratiche già esistenti, così da costruire un modello italiano di pesca artigianale sostenibile.

I partecipanti hanno espresso una volontà comune a portare avanti questi obiettivi, riconoscendoli come elementi essenziali per rafforzare la resilienza della piccola pesca e contribuire alla sostenibilità del Mediterraneo.




  Categoria:
Pesca e acquacoltura