Il Comitato Vini Doc boccia la proposta di modifica dell’Igt Emilia. Luppi: «Necessaria una soluzione che coinvolga tutte le parti»

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25 marzo 2011

Bologna, 25 marzo 2011 - Il presidente di Legacoop Agroalimentare, Giovanni Luppi, ha espresso solidarietà con la Regione Emilia-Romagna e con i suoi produttori vinicoli all’indomani della grave decisione del Comitato Vini DOC di bocciare la proposta di modifica dell’IGT Emilia. Una sconcertante decisione, ha detto Luppi, che desta preoccupazione per vari motivi. In primo luogo, perché viene violata la legittima volontà dei produttori emiliano romagnoli di decidere della tutela e della valorizzazione delle loro produzioni.

Inoltre, l’IGT Emilia costituisce un importante tassello del complesso lavoro di risistemazione del sistema delle DOC e delle IGT regionali e la sua mancata approvazione creerà senza dubbio scompensi e tensioni nel sistema produttivo regionale.

«È necessario – sottolinea Luppi – che si trovi un soluzione con il concorso di tutte le parti interessate. Da un lato, infatti, le decisioni di delimitazione dell’area di vinificazione della IGT Emilia sono espressione della volontà di autogoverno regionale in materia agricola più volte rivendicata dalle Regioni; dall’altro, tuttavia, esistono legittimi interessi aziendali e commerciali che si basano sul consolidarsi nel corso degli anni dell’assetto produttivo delle IGT il quale contrasta con l’attuale impostazione del sistema delle denominazioni di origine dei vini».

Legacoop Agroalimentare ha sempre segnalato, fin dalla predisposizione dei Regolamenti comunitari sulla nuova OCM vino, i gravi problemi che si sarebbero determinati nel sistema produttivo italiano a seguito dell’obbligo di delimitazione delle aree di vinificazione dei vini IGT. Tali problemi non riguardano solo una delimitazione più o meno restrittiva delle aree di vinificazione, poiché i flussi di prodotto destinati a ulteriore elaborazione prima dell’imbottigliamento riguardano anche e soprattutto Regioni tra loro molto distanti.

Il problema andava posto immediatamente e con chiarezza alla Commissione Europea per ottenere soluzioni che non penalizzassero i nostri produttori. Queste sollecitazioni tuttavia fino ad oggi non sono state raccolte né dalle istituzioni né dalle Organizzazioni più interessate. E’ quindi assolutamente necessario un impegno comune che porti a una soluzione generalizzata e soprattutto, chiaramente condivisa con l’Unione Europea.




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