RIFORMA PAC: seminario della regione Piemonte. A nome della cooperazione interviene Abrate (Fedagri)

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30 settembre 2011

"La Pac 2014-2020 non deve essere un adattamento alla situazione contingente, ma dimostrare di poter incidere sui problemi strutturali dell'agricoltura europea e quindi italiana, e dare alla stessa maggior competitività sui mercati più che una nuova Pac, deve essere una Pac nuova". Lo ha detto il presidente di Fedagri Confcooperative del Piemonte, Tommaso Mario Abrate intervenendo, anche a nome di Legacoop Agroalimentare, al seminario organizzato dalla Regione Piemonte, "la Pac verso il 2020. Le imprese agricole e la futura riforma", durante il quale sono stati anticipati i contenuti delle bozze legislative proposte dalla Commissione. Ad avviso di Abrate, "la nuova politica agricola comunitaria dovrà riconoscere il ruolo dell'agricoltura organizzata, e quindi della cooperazione, alla luce dei primi esiti del censimento agricolo 2010, che ha evidenziato un preoccupante nanismo imprenditoriale: la cooperazione può aiutare l'integrazione tra aziende e - ha precisato il presidente della confederazione - risolvere il sottodimensionamento agricolo, oltre che migliorare la competitività con gli altri attori della filiera". "L'intervento - informa la Fedagri del Piemonte - ha poi approfondito i temi principali della proposta: lo spacchettamento dei pagamenti diretti, i beneficiari del settore agricolo (active farmers), il miglior funzionamento e trasparenza delle filiere, la questione greening, la gestione dei rischi del mercato, la stabilizzazione dei redditi agricoli per combattere la volatilità dei prezzi".


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