AGRICOLTURA E COOPERAZIONE: UN’ALTRA IDEA DI SVILUPPO È POSSIBILE: RIUSCITO CONVEGNO A MADONNA DEL PIANO, ALLE PORTE DI CORINALDO (ANCONA)
Notizie
Organizzato dall’Alleanza delle Cooperative agroalimentari Marche (Fedagri/Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Agci-Agrital) in occasione dell’anno internazionale delle cooperative. «L’agricoltura e la cooperazione sono parti decisive dell’economia, basi per un nuovo modello di sviluppo». Don Salvatore Frigerio, monaco benedettino camaldolese, consegna a Madonna del Piano copia autentica dell’orologio di Fonte Avellana e ne sposta in avanti le lancette: 15 minuti che valgono quattro secoli e mezzo (434 anni). Madonna del Piano, laboratorio di idee per un altro sviluppo.
Ancona, 1 agosto 2012 - Con la consegna, da parte di dom Salvatore Frigerio, della copia autentica dell’Orologio dell’Appennino (l’originale è custodito nel monastero di Fonte Avellana dal 3 luglio 1998, come vollero i firmatari dell’omonima Carta) al giovane sindaco di Corinaldo, Matteo Principi, si è recuperato il legame fra Fonte Avellana e Santa Maria in Portuno, meglio conosciuta come Madonna del Piano, alle porte di Corinaldo, cuore della rivoluzionaria esperienza agraria e cooperativa realizzata in pieno Medioevo e che si interruppe nel 1578 quando Papa Gregorio XIII decise di devolvere al Collegio germanico-ungarico di Roma, diretto dai gesuiti, tutto il ricco patrimonio agrario di Fonte Avellana.
Grazie agli studi sulle Carte di Fonte Avellana, alla lettura e agli scritti su di esse compiuti dal prof. Manlio Brunetti fino all’ultimo lavoro “La gestione del territorio rurale nell’esperienza di Fonte Avellana” presentato nell’occasione, è tornata alla luce questa straordinaria esperienza di gestione, organizzata dai monaci avellaniti in forma cooperativa e tecnicamente avanzata, di due aziende agricole di 3.700 ha di terreno nelle colline e valli del Cesano, da Fonte Avellana fino alle porte di Senigallia. Esperienza rivoluzionaria per quei tempi, densa di messaggi per i nostri tempi che, è stato sottolineato, assomigliano, in quanto ad emergenze, a quelli.
È stato lo stesso presidente Gian Mario Spacca, nella prefazione al libro, a sottolineare l’esigenza di riscoprire e aggiungere alle pagine della storia della Marche questa esperienza finora poco conosciuta perché in essa, ha scritto, “troviamo le nostre solide radici, quelle su cui è cresciuto quel modello marchigiano frutto di una felice combinazione di intraprendenza, laboriosità e coesione sociale che ha prodotto un diffuso benessere che va salvaguardato a tutti i costi”.
Mauro Scattolini e Teodoro Bolognini, in rappresentanza rispettivamente di Fedagri/Confcooperative e Legacoop Agroalimentare Marche, hanno riflettuto sul presente dell’agricoltura e della cooperazione.
«La ripresa non potrà che poggiare sulla valorizzazione delle nostre eccellenze – è stato affermato –, quelle che sono poco imitabili, non delocalizzabili e poco standardizzabili (e quelle agroalimentari rispondono a questi requisiti); ma per poter ritornare a investire in questo settore e affinché i giovani lo considerino uno sbocco professionale e una scelta di vita, occorre che lo stesso recuperi quel reddito che a tutt’oggi non è adeguato. Ecco perché la cooperazione, ben organizzata, adeguata alle regole della competizione globale costituisce una risposta potenzialmente all’altezza delle esigenze».
Madonna del Piano, è quanto è stato suggerito dallo stesso sindaco e fatto proprio dagli organizzatori del convegno, può diventare un laboratorio di idee, la fucina di proposte in grado di dare concretezza a quanto lì enunciato, partendo dalla conoscenza e dall’attualizzazione di questa esperienza storica.
L’evento, che ha ospitato le riflessioni di Giuseppe Lepore, dell’Università di Bologna e di Alfonso Pascale, studioso di politica agraria, ha visto la presenza di una nutrita e attenta platea di operatori. Hanno portato il loro contributo, oltre al parroco di Corinaldo, il consigliere regionale Adriano Cardogna, presidente della Commissione Politiche Comunitarie, Enzo Giancarli, consigliere regionale e presidente della Commissione Ambiente. Entrambi hanno riconosciuto l’importanza dei temi trattati, coerenti con l’ormai lungo cammino della Carta di fonte Avellana, che andrebbero fatti propri con maggiore convinzione da parte delle forze politiche, del Governo e della stessa Assemblea legislativa delle Marche.
Ufficio stampa-HominaPdc Beppe Ramina