IV Assemblea ACI Agroalimentare: apertura e sintesi interventi dei Coordinatori di settore

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17 novembre 2015

APERTA LA IV ASSEMBLEA DELL'ALLEANZA COOPERATIVE AGROALIMENTARI CON MERCURI, BUONFIGLIO, LUPPI

Roma, 17 Novembre 2015 - il presidente giorgio MERCURI ha aperto oggi, con i copresidenti giampaolo BUONFIGLIO e giovanni LUPPI, i lavori della quarta assemblea dell'alleanza delle cooperative agroalimentari, in corso fino a domani all'hotel sheraton parco dei medici. la prima giornata e' stata dedicata alle filiere, con gli interventi dei coordinatori: gianpiero CALZOLARI per il lattiero-caseario, davide VERNOCCHI per l'ortofrutticolo, gianni TARELLO per il forestale, ruenza SANTANDREA per il vitivinicolo, patrizia MARCELLINI per il cerealicolo, elia FIORILLO per l'olivicolo, andrea BERTOLI per il biologico, giovanni BETTINI per la zootecnia e Walter Incerpi (in vece di luca QUILICI) per il florovivaismo. domani si terrà la tavola rotonda "#agroalimentarecolsegnopiu-con noi #italiariparte" alla quale partecipano il ministro delle politiche agricole maurizio martina e il viceministro con delega al commercio estero carlo calenda.

 

L'INTERVENTO DEL COORDINATORE LATTIERO CASEARIO CALZOLARI


"Se da una parte e' evidente la crisi del latte in italia, con l'industria che ha messo in atto una prassi unilaterale per la determinazione del prezzo di acquisto, dall'altra sono buoni i riscontri che arrivano dalle esportazioni del nostro lattiero caseario", ha detto il coordinatore del settore lattiero - caseario dell'alleanza delle cooperative agroalimentari e presidente di granarolo, gianpiero CALZOLARI, alla IV assemblea nazionale dell'alleanza delle cooperative italiane - settore agroalimentare che si e' aperta oggi. per CALZOLARI, che all'assemblea ha presentato il nuovo documento programmatico del settore, "l'export crescerà nel prossimo medio e lungo periodo grazie alla domanda europea ma soprattutto a quella dei paesi emergenti, come cina, corea del sud, indonesia, nord africa e sud america, particolarmente attratta dai nostri formaggi dop. per questo la cooperazione si concentrerà anche sulle relazioni con questa domanda dinamica del nostro lattiero-caseario, a fronte di un mercato interno saturo, dove e' urgente l'adozione di provvedimenti. come la costituzione di un'organizzazione interprofessionale tra produzione e distribuzione che dovrà necessariamente passare dalla cooperazione, cui viene conferito circa il 70% del latte prodotto nel nostro paese". "sempre sul fronte interno - ha concluso CALZOLARI - sarà importante trovare delle forme di riconoscibilità del prodotto italiano e uscire dalle logiche del sottocosto, che non incentiva i consumi ma mette in seria difficoltà le imprese produttrici e di trasformazione. la volatilità dei prezzi e le speculazioni sulle commodity alimentari sono fenomeni difficilmente controllabili e prevedibili che creano da sempre forte instabilità nel settore, la cooperazione al fine di attenuare tali fenomeni sta studiando una misura finalizzata alla salvaguardia della marginalità del produttore di latte". con 27.550 allevamenti (pari al 68% del totale in italia) e circa 700 imprese cooperative che raccolgono il 70% della materia prima nazionale (quasi 7 milioni di tonnellate di latte) - sottolinea l'alleanza - la cooperazione contribuisce al sistema lattiero-caseario nazionale con un valore economico di circa 7 miliardi di euro (export all'11%), che corrisponde al 45% del fatturato complessivo della filiera. un valore, quest'ultimo, che esprime il 19% del fatturato globale della cooperazione agroalimentare.



L'INTERVENTO DEL COORDINATORE OLIVICOLO FIORILLO
 
Per elia FIORILLO, coordinatore del settore olivicolo dell'alleanza delle cooperative agroalimentari, intervenuto alla IV assemblea nazionale dell'alleanza delle cooperative italiane – settore agroalimentare che si e' aperta oggi, "l'assemblea nazionale del settore olivicolo rappresenta un importante momento di confronto e d'individuazione di obiettivi da perseguire in un momento non certamente facile per tutto il comparto". "se quest'anno la produzione sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo - ha continuato FIORILLO, che all'assemblea ha presentato il nuovo documento programmatico del settore - ha fatto registrare punte decisamente positive, che fanno scordare "l'anno horribilis" che fu il 2014, restano i problemi di sempre che vanno affrontati e non esorcizzati con posizioni velleitarie  ne' tanto meno strumentali da parte di tutti i componenti della filiera olivicola-olearia". "certo, serve l'unità, non di facciata però, di tutto il comparto, ma su un percorso condiviso, incentrato soprattutto su di un 'patto di lealta" tra le parti per evitare brogli che pesano a livello d'immagine su tutti. bisogna però impegnarsi anche sulla ricerca, la formazione, l'innovazione tecnologica e sulla fidelizzazione consapevole del consumatore. puntando su questi obiettivi il piano olivicolo nazionale, che stanzia per il settore 32 milioni di euro, può diventare un grande volano di razionalizzazione e sviluppo", ha concluso FIORILLO.



L'INTERVENTO DEL COORDINATORE ORTOFRUTTICOLO VERNOCCHI


"Rafforzare il presidio a livello nazionale e comunitario delle varie problematiche legate all'utilizzo dei prodotti fitosanitari e' prioritario per il settore ortofrutta, al fine di promuovere la sostenibilità ambientale delle nostre produzioni. due gli asset strategici su cui vogliamo lavorare: da una parte il supporto al processo di innovazione e ricerca per trovare soluzioni sempre più adeguate in condivisione con istituzioni e centri di sperimentazione e ricerca nazionali e europei; dall'altra la promozione di una corretta informazione sull'alto grado di sicurezza della nostra produzione, garantito dalle regole europee e nazionali, perche' i progressi ottenuti fino ad oggi sono percepiti solo in minima parte dalla collettività e le emergenze fitosanitarie sono sempre all'ordine del giorno,  come ad esempio la cimice frutta xylella, psa del kiwi", ha detto il coordinatore del settore ortofrutticolo dell'alleanza delle cooperative agroalimentari, davide VERNOCCHI, alla IV assemblea nazionale dell'alleanza delle cooperative italiane – settore agroalimentare che si e' aperta oggi. "fondamentale per la nostra filiera -  ha aggiunto VERNOCCHI, che in assemblea ha presentato il nuovo documento programmatico del settore – sarà anche la promozione di iniziative mirate all'apertura di nuovi mercati per garantire una maggiore reciprocità e la rimozione delle barriere tariffarie o fitosanitarie verso i paesi extra ue. altri obiettivi saranno il supporto alla definizione di proposte progettuali che spaziano dalla promozione all'internazionalizzazione, per affrontare la competizione sui mercati esteri più remunerativi. priorità per il settore saranno anche la riduzione degli sprechi alimentari, con una gestione più efficiente delle eccedenze del mercato e il potenziamento degli aiuti alimentari a favore delle popolazioni bisognose". l'alleanza coop rappresenta circa 1000 cooperative ortofrutticole che esprimono 8 miliardi di euro di fatturato.



L'INTERVENTO DEL COORDINATORE VITIVINICOLO SANTANDREA


Apertura di nuovi mercati, sempre più qualità, sostenibilità ambientale e aggregazione sono i temi affrontati dal settore vitivinicolo dell'alleanza delle cooperative italiane - agroalimentare nel corso della IV assemblea. la cooperazione - ha affermato ruenza SANTANDREA, coordinatore del settore vitivinicolo dell'alleanza delle cooperative agroalimentari - "e' un modello di glocalismo di successo. là dove e' presente, il sistema cooperativo consente, tramite l'aggregazione di tanti, spesso piccoli e piccolissimi produttori, di portare quelle che sono le eccellenze dei nostri territori in mercati anche molto lontani". "l'elevata frammentazione della produzione italiana - ha proseguito  SANTANDREA - conferisce un ruolo centrale al sistema cooperativo che remunera i soci conferitori, circa 180.000 viticoltori riuniti in cooperativa, con un valore medio più alto rispetto al mercato". con 512 cooperative attive nel settore, 4,3 miliardi di euro di fatturato, di cui 1,8 derivanti da export, il settore vitivinicolo ha tutte le carte in tavola per agganciare i primi segnali di ripresa che arrivano, soprattutto da quei mercati in cui i consumi di vino sono in crescita, ha rilevato. "di tutti i settori agroalimentari, infatti - ha fatto notare SANTANDREA - il vino e' sicuramente il comparto cooperativo maggiormente internazionalizzato con il 60% delle cantine che può essere definito esportatore abituale. in alcuni casi, le vendite all'estero rappresentano ben oltre il 50% del fatturato generato dalla cantina, toccando punte del 70-80% in quelle realtà che hanno fatto della vocazione all'export lo strumento principale per affrontare un periodo in cui i mercati più dinamici sono sempre più spesso quelli più lontani". per SANTANDREA, "in questo quadro, diventa fondamentale ciò che stiamo facendo come mondo della rappresentanza cooperativa, per offrire adeguate risposte alle nostre associate e per meglio promuovere e tutelare il comparto ai tavoli di roma e bruxelles, dove già si sta parlando di quali potrebbero essere le regole del comparto post 2018, ma soprattutto post 2020". "su questo - ha concluso SANTANDREA - occorre che tutto il settore sia consapevole della grande responsabilità verso un utilizzo efficiente delle limitate risorse che l'ocm mette a disposizione del comparto, perche' dopo il 2020 le basse capacità di spesa delle risorse stanziate potrebbero essere l'indicatore per effettuare economie nel bilancio agricolo comunitario".
 



L'INTERVENTO DEL COORDINATORE CEREALICOLO MARCELLINI


"La fase agricola della produzione di cereali sta lavorando sottocosto", ha affermato la coordinatrice del settore cerealicolo e servizi dell'alleanza delle cooperative agroalimentari, patrizia MARCELLINI, alla IV assemblea nazionale dell'alleanza delle cooperative italiane – settore agroalimentare che si e' aperta oggi. "tale difficile situazione si ripercuote anche sulle strutture intermedie, soprattutto cooperative, che danno servizi alla fase agricola e che stanno soffrendo una mancanza di liquidità. e' perciò prioritario – ha proseguito - garantire alle cooperative, anello centrale della filiera, di poter utilizzare lo strumento della cambiale agraria, ad oggi appannaggio dei soli consorzi agrari, affinche' sia agevolata la loro liquidità e possano rispondere alle esigenze dei soci. occorre inoltre ridurre la frammentazione della fase di produzione, concentrare l'offerta e potenziare le relazioni commerciali lungo la filiera sviluppando maggiormente l'aggregazione sia orizzontale che verticale, affinche' sia tamponata l'estrema volatilità dei mercati delle commodity agricole. questa fase di difficoltà che sta colpendo la produzione di mais, così come quella di orzo, non ha lasciato indietro neanche la produzione nazionale di grano". "a tale riguardo - ha concluso MARCELLINI - si sottolinea la centralità dell'istituzione, da parte del ministero delle politiche agricole e del ministero dello sviluppo economico, della cabina di regia della pasta, importante ora più che mai per la tutela e la valorizzazione della filiera della pasta, e del grano duro nazionale, matrice originaria del nostro made in italy conosciuto in tutto il mondo".



L'INTERVENTO DEL COORDINATORE BIOLOGICO BERTOLDI

"La crescita che si registra ogni anno nel consumo di prodotti biologici, che nel 2014 ha segnato un +11% nelle vendite presso la gdo, non e' accompagnata da una crescita delle produzioni", ha rilevato il coordinatore del settore biologico dell'alleanza delle cooperative agroalimentari andrea BERTOLDI, durante la IV assemblea nazionale dell'alleanza delle cooperative italiane-settore agroalimentare che si e' aperta oggi. la domanda rischia di essere coperta dalle importazioni che nel 2013 sono aumentate del 21% rispetto all'anno precedente, ha continuato BERTOLDI, secondo il quale "per riuscire a far fronte alla richiesta crescente dei consumatori italiani e stranieri e' pertanto necessario raddoppiare la produzione biologica nazionale, incrementando la conversione delle superfici e qualificandola rispetto ad alcune produzioni specifiche. e' infatti sconcertante che oltre il 50% del prodotto che proviene da coltivazione biologica si perda e non venga venduto come biologico perche' non certificato". "un supporto agli operatori nella fase della conversione e' dunque prioritario – ha proseguito il coordinatore del settore biologico dell'alleanza delle cooperative agroalimentari - e per farlo devono essere messi in campo strumenti di sostegno diretti per la fase di certificazione ma anche per la gestione dei rischi". in agricoltura biologica infatti la possibilità di sostenere il reddito dei produttori nella fase di conversione e avere a disposizione maggiori strumenti per la gestione dei rischi - questi ultimi fondamentali perche' l'agricoltura biologica e' per sua natura più esposta ai rischi - sono strade essenziali per sviluppare il settore, mantenendo al contempo la fiducia del consumatore. tali opportunità vanno trovate nella normativa comunitaria, la cui modifica e' in questi giorni nella fase finale della discussione, nella programmazione nazionale e regionale, ma anche in strumenti privati elaborati per la gestione dei rischi a livello aziendale". "la cooperazione e' la struttura societaria che, per i suoi valori, più si presta a rispondere a questi bisogni e non ultimo a quello di favorire l'aggregazione e la programmazione dell'offerta rispetto al mercato, come previsto tra l'altro nelle proposte per il settore inserite nel documento programmatico presentato in assemblea. ma anche altri strumenti possono essere sviluppati come ad esempio i distretti agroalimentari di qualità biologica o la costituzione di una organizzazione interprofessionale per una migliore integrazione di filiera", ha concluso BERTOLDI.



L'INTERVENTO DEL COORDINATORE ZOOTECNIA BETTINI


"Oggi il settore della zootecnia e' estremamente vulnerabile a causa di squilibri tra domanda ed offerta, aumento dei costi di produzione e degli oneri burocratici, oltre che dall'inefficace organizzazione economica del prodotto, problematiche che coinvolgono tutti i settori del comparto: bovino, suino, avicunicolo e persino apistico. in italia, in particolare, il numero degli allevamenti e' in diminuzione, anche se negli ultimi 9 mesi si registra un aumento delle macellazioni derivante da importazioni di animali, con un calo del consumo di carne, in particolare bovina, ed una forte pressione competitiva da parte dei paesi terzi. in tale contesto non possono non destare estrema preoccupazione le ulteriori difficoltà derivanti dai ripetuti ed ingiustificati attacchi mediatici rivolti al settore, volti a screditarlo ed a creare sfiducia tra i consumatori, oltreche' dai mutati stili di vita", ha affermato il coordinatore del settore zootecnico dell'alleanza delle cooperative agroalimentari giovanni BETTINI alla IV assemblea nazionale dell'alleanza delle cooperative italiane – settore agroalimentare. BETTINI, che in assemblea ha presentato il nuovo documento programmatico del settore, ha inoltre sottolineato l'esigenza di attuare al più presto politiche di settore in grado di affrontare, in modo organico, tutti i fattori della filiera ed aumentare il potere contrattuale degli allevatori. "appaiono indispensabili i più opportuni interventi - ha aggiunto - in grado di favorire un adeguato supporto economico e di programmazione per garantire concentrazione dell'offerta, competitività, salvaguardia del reddito, stabilità dei mercati e salvaguardia delle produzioni nazionali sinonimo di qualità e del made in italy". le cooperative sono un elemento portante della zootecnia italiana: tra le prime 10 imprese nazionali 5 sono cooperative; quelle di macellazione e commercializzazione rappresentano il 13% nel bovino, il 15% nel suino ed il 70% nell'avicolo, mentre quelle del settore apistico rappresentano circa il 50% della produzione di miele nazionale, ha rilevato BETTINI, spiegando che le cooperative aderenti all'alleanza delle cooperative italiane operanti nel settore della zootecnia sono 420, con 14.544 soci, 22.394 addetti, con un fatturato complessivo di 9,43 miliardi di euro.



L'INTERVENTO PER IL FLOROVIVAISMO DI INCERPI

 
"Il settore del florovivaismo attraversa una profonda crisi, con stagnazione dei prezzi all'origine ancora maggiore rispetto a quella al consumo. il settore però non ha perso nulla della capacità produttiva e del livello di eccellenza dei prodotti, pur risentendo della congiuntura economica negativa sia europea che italiana; per questo i margini per ripartire ci sono". lo ha detto Walter Incerpi, intervenuto in vece del coordinatore del settore florovivaismo dell'alleanza delle cooperative agroalimentari, luca QUILICI, in occasione della IV assemblea nazionale dell'alleanza delle cooperative italiane-settore agroalimentare. per INCERPI, "serve lavorare su nuove forme di innovazione del prodotto e del marketing, come lo sviluppo di investimenti per piattaforme commerciali web sull'esempio olandese o l'incentivazione – e relativa certificazione - di progetti d'innovazione di prodotto e ricerca. occorre anche diffondere maggiormente la cultura dei fiori e delle piante in vaso, o la promozione di prodotti florovivaistici territoriali che impattano meno sui trasporti rispetto ai competitor extra ue". le cooperative del settore florovivaistico che aderiscono all'alleanza cooperative ammontano a 110 unità presenti in 15 regioni. il fatturato annuo complessivo di circa 220 milioni di euro.



L'INTERVENTO DEL COORDINATORE  FORESTALE TARELLO
 
"E' sempre più attuale il paradosso del nostro paese, coperto da superficie boschiva per oltre un terzo del suo territorio ma che importa il 90% delle materie prime legnose. Oggi, con il 50% delle nostre foreste abbandonate a se stesse e un livello di produttività dimezzato rispetto ai principali competitor europei, viene meno anche il ruolo multifunzionale e 'sociale' svolto dai nostri boschi, non ultimo in termini di salvaguardia idrogeologica", ha detto il coordinatore del settore forestazione dell'alleanza delle cooperative agroalimentari gianni TARELLO, alla IV assemblea nazionale dell'alleanza delle cooperative italiane - settore agroalimentare. "occorre - ha proseguito TARELLO - che si cominci a dare la giusta importanza a questo patrimonio anche attraverso la piena attuazione del programma quadro per il settore forestale predisposto dal mipaaf, dotandolo di risorse adeguate, e l'attivazione concreta da parte delle regioni delle misure forestali contenute nei piani di sviluppo rurale 2014-2020. il comparto forestale - ha aggiunto TARELLO - e' inoltre il settore che darebbe maggiori opportunità per la prevenzione del rischio idrogeologico, per questo serve un piano di prevenzione del rischio, i cui costi sarebbero certamente inferiori a quelli che si sopportano a seguito di frane e alluvioni". sono 350 le cooperative forestali che aderiscono alle centrali cooperative con circa 11.000 tra soci e addetti e un giro di affari di 250 milioni di euro. il movimento cooperativo forestale ribadisce il proprio pieno sostegno alla proposta di disegno di legge scaturito dal tavolo di filiera attivato presso il ministero delle risorse agricole e forestali.


Fonte: Agra Press 



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