UCRAINA, ALLEANZA COOPERATIVE: CON LA MANCANZA DI MAIS E GRANO RUSSO SI RISCHIA UN CALO DELLE SUPERFICI INVESTITE A POMODORO DA INDUSTRIA
NotizieUCRAINA, CON LA MANCANZA DI MAIS E GRANO RUSSO SI RISCHIA UN CALO DELLE SUPERFICI INVESTITE A POMODORO DA INDUSTRIA
Vernocchi: "Molti produttori potranno scegliere di puntare su altri prodotti come mais, sorgo, girasole e soia che andranno seminati a breve e che erano, fino a oggi, oggetto di importanti flussi in ingresso da Russia, Ucraina e Ungheria
Roma, 9 marzo 2022 – "Siamo nelle settimane cruciali per la programmazione della coltura del pomodoro da industria e il rischio e' che molti produttori possano scegliere di puntare su altri prodotti come mais, sorgo, girasole e soia, che andranno seminati a breve e che erano, fino a oggi, oggetto di importanti flussi in ingresso da Russia, Ucraina e Ungheria. Tali coltivazioni potranno da ora in poi risultare particolarmente interessanti per gli alti prezzi raggiunti: solo nell'ultima settimana il prezzo del mais nelle diverse borse merci e' cresciuto del 25%. Il rischio di un radicale cambiamento nelle scelte produttive e' reale, specie se ai produttori non verrà riconosciuto un prezzo adeguato".
Lo ha
dichiarato Davide Vernocchi, Coordinatore ortofrutta di Alleanza cooperative
Agroalimentari in riferimento alla trattativa in corso in questi giorni sul
prezzo del pomodoro da industria, "una coltura che deve mantenere un suo ruolo
strategico nell'economia nazionale".
Sul
comparto del pomodoro pesa da mesi l'impatto dell'incremento dei costi di
produzione - con l'impennata dei prezzi dei concimi, dell'energia, della
logistica e dei materiali da imballo, solo per citarne i principali – e la
preoccupazione per la siccità in corso in tutti gli areali del centro-nord.
"Per un produttore di pomodoro da industria – prosegue Vernocchi - il costo di
produzione e' aumentato di oltre 1200 euro all'ettaro. E il problema non
si limita al pomodoro: le stesse criticità incombono su altre grandi colture
che sono patrimonio dell'agroalimentare italiano come piselli, fagioli e ceci".
A queste difficoltà si e' poi aggiunto il quadro geopolitico preoccupante, con i
venti di guerra che soffiano impetuosi alle porte dell'Europa.
"Lo
scenario per i produttori di orticole destinate all'industria di trasformazione
– conclude Vernocchi – e' dunque assai complicato e può condizionare fortemente
le scelte da fare nelle ormai imminenti semine primaverili".