CIMICE ASIATICA, VERNOCCHI: "SENZA IL VIA LIBERA ALL'USO DELLE DIFESE NATURALI È A RISCHIO LA FRUTTA ESTIVA"
NotizieRoma, 20 maggio 2022 – "Non bastava lo stop alle uniche sostanze in grado di contrastare i danni delle specie aliene che infestano da diversi anni le produzioni ortofrutticole. Adesso ci si mettono anche le lentezze amministrative e i ritardi burocratici, che al momento ci impediscono ancora di utilizzare mezzi naturali, come gli insetti antagonisti , per difenderci dagli insetti che stanno già minacciando pere, drupacee, le ciliegie e piccoli frutti. In sintesi il quadro e' questo: le patologie aumentano, i fitofarmaci si riducono, le alternative naturali restano bloccate".
L'allarme
e' lanciato da Davide Vernocchi, coordinatore settore Ortofrutta di Alleanza
cooperative Agroalimentari che spiega: "da diversi mesi abbiamo richiesto
autorizzazioni all'uso degli antagonisti per la cimice asiatica marmorata e del
moscerino Drosophila suzukii ma non ci sono state ancora concesse. Ora migliaia
di produttori, dall'Emilia-Romagna al Trentino, da nord a sud della penisola,
non sanno come gestire il problema e come difendere le piante".
"La
burocrazia non va purtroppo al passo con i tempi della natura", conclude
amareggiato Vernocchi. "Il nostro paese dimostra ancora una volta di non essere
lungimirante: i due insetti alieni non saranno i primi ne' gli ultimi, occorrerà
attrezzarsi con flussi autorizzativi e procedure burocratiche più fluide. Il
rischio, purtroppo, e' di vedere compromessa la produzione estiva".
"Il
sistema frutticolo osserva ancora una volta – conclude il Coordinatore
Vernocchi - le contraddizioni che caratterizzano la situazione italiana. Da un
lato l'impegno a trovare alternative alle soluzioni chimiche per controllare le
patologie, dall'altro le difficoltà e ritardi nell'ottenere i permessi per
usare mezzi naturali. Ci risulta che migliaia di insetti antagonisti (nello specifico
le specie Trissolcus japonicus e Ganaspis brasiliensis Ihering)
che erano destinati alle regioni più precoci siano rimasti inutilizzati. Con
l'avanzare della stagione si corre il rischio di vanificare il lavoro dei
centri di ricerca e dei centri di moltiplicazione, compromettendo in tal modo
il lavoro dei frutticoltori".