OLIO, ALLEANZA COOPERATIVE, "MODIFICHE AL DECRETO SULLE OP INAPPLICABILI, COSÌ È IMPOSSIBILE PIANIFICARE INVESTIMENTI"
NotizieRoma, 16 settembre 2022 - "Apprendiamo con grande senso di sconforto di alcune modifiche introdotte al Decreto sui programmi operativi del settore olivicolo che non solo penalizzano il comparto, ma vanno di fatto a vanificare mesi di serrato lavoro e confronto tra le organizzazioni di rappresentanza, il Ministero e le altre istituzioni coinvolte. Introdurre come parametro per il calcolo del valore della produzione commercializzata di olio il quantitativo maturato nell'anno solare 2022, anziche' nell'anno 2021, introduce infatti un elemento di forte aleatorietà nella definizione dei futuri programmi operativi che dovranno essere presentati già a partire dal 10 ottobre". Così l'Alleanza cooperative Agroalimentari commenta l'introduzione di alcune modifiche al Decreto "Disposizioni nazionali sui programmi operativi delle OP e AOP del settore dell'olio d'oliva e delle olive da tavola", nel corso della seduta del 14 settembre della Conferenza Stato-Regioni . Si tratta di richieste formulate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome a cui ha prestato il proprio assenso il Sottosegretario di Stato On.Francesco Battistoni.
Una disposizione che secondo Alleanza
cooperative "e' chiaramente inapplicabile perche' si chiede alle imprese di
predisporre dei programmi operativi sulla base di dati che non sono ne' certi ne'
controllati, in considerazione anche del fatto che l'anno al quale si dovrebbe
fare riferimento non si e' ancora concluso. Per questo motivo, durante il
confronto con il Ministero e le organizzazioni si era condiviso di ancorare le
modalità di calcolo del VPC all'annualità 2021, i cui dati invece sono già
disponibili e certificati nei bilanci. Una scelta assolutamente in linea con
quei principi di precauzione e buon andamento che devono sempre caratterizzare
l'azione della pubblica amministrazione soprattutto nella gestione delle
risorse pubbliche".
Secondo Alleanza cooperative "e'
fondamentale che il provvedimento si attesti sulle posizioni fin qui espresse e
concertate negli incontri istituzionali e che venga scongiurato il rischio
dell'introduzione di norme inapplicabili, aggravando la già difficile
situazione in cui il settore si trova, come tutta l'agricoltura italiana, nel
fronteggiare gli effetti dell'attuale crisi. Con l'inserimento del parametro
relativo all'anno 2022, le imprese si troveranno infatti in molti casi a
programmare investimenti su risorse OCM con la possibilità di doverle
restituire, con l'aggravio dell'attività amministrativa e di controllo e con la
quasi certezza di rimodulazioni nell'allocazione delle risorse tra le oltre
cento OP e AOP riconosciute in Italia. Si pensi anche alla difficoltà di
ottenere le fidejussioni, e più in generale un supporto finanziario, in
presenza di dati aleatori. Il quadro e' reso ancora più complesso dalla scelta
di considerare i contratti negoziati già dal 2023, ai fini del calcolo del
valore della produzione commercializzata, di fatto contraddicendo gli obiettivi
di vera aggregazione e crescita del settore alla base dell'OCM e del Piano
Strategico Nazionale".