DIETA MEDITERRANEA, LEGACOOP: MANIFESTO IN 10 PUNTI DI QUELLA CHE NON E' SOLO PRATICA ALIMENTARE MA VISIONE DELLA SOCIETA'
NotizieLanciato oggi a Napoli il Manifesto della Dieta Mediterranea di Legacoop, una visione cooperativa per un futuro sano e giusto per chi produce e per chi consuma
Dieci
punti per uno stile di vita che dà valore a chi produce e benessere ai
consumatori
Cristian Maretti (presidente Legacoop
Agroalimentare): "Si tratta di una visione condivisa, aperta, cooperativa. Un
manifesto che tiene conto di temi che stanno alla base della filiera
agroalimentare, a partire dal reddito adeguato degli agricoltori e dei
pescatori"
Sara Guidelli (direttrice generale
Legacoop Agroalimentare): "E' il frutto di un lavoro collettivo, che nasce da
un'esigenza chiara: affermare che la Dieta Mediterranea non e' solo una pratica
alimentare, ma una visione di societa"'
Simone Gamberini (presidente Legacoop):
"Quella agroalimentare e' una filiera strategica, che attraversa il Paese dal
campo alla tavola. Il sistema cooperativo di Legacoop e' l'unico movimento in
grado di rappresentare tutti i pezzi dell'agroalimentare"
ROMA 15 luglio 2025 Mettere nero su bianco la visione della
filiera agroalimentare di Legacoop e il ruolo della cooperazione nel mondo
agroalimentare e della pesca. Una visione univoca dove non ci sono
contrapposizioni tra chi produce e chi vende. Tutto in dieci punti, quelli di
un manifesto unico nel suo genere: il Manifesto Cooperativo di Legacoop
della Dieta Mediterranea.
"Quello che abbiamo voluto lanciare oggi e' un futuro con una
visione condivisa, aperta, cooperativa. Un manifesto che tiene conto di temi
che stanno alla base della filiera agroalimentare, a partire dal reddito
adeguato degli agricoltori e dei pescatori, degli scambi commerciali equi,
della cura e della vocazione del territorio, del benessere psicofisico delle
persone, della cultura e della storia, della cucina italiana", ha detto Cristian
Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare in occasione della Biennale
dell'Economia Cooperativa di Legacoop, che si e' tenuta oggi (15 luglio) presso
la Sala Cinese dell'Università Federico II di Napoli, Dipartimento di Agraria,
a Portici, e durante la quale e' stato presentato il Manifesto.
Dieta Mediterranea e Cucina Italiana
patrimonio Unesco. "Il Manifesto e' una tappa di un percorso avviato alcuni anni fa,
in cui Legacoop ha messo insieme le esperienze nel consumo, nella distribuzione
e nella produzione, per avere una visione il più possibile unitaria sui temi
dell'alimentazione. Con una missione: valorizzare i prodotti dei nostri soci",
sottolinea Maretti. "Un percorso che oggi ha fissato un'altra tappa e che si
arricchisce anche del nostro diretto sostegno alla candidatura all'Unesco
della Cucina Italiana a patrimonio immateriale dell'umanità che il ministro
Francesco Lollobrigida porta avanti con grande impegno".
Nell'aprire i lavori, Anna Ceprano, presidente Legacoop
Campania, ha spiegato che "la filiera cooperativa, con la sua distintività e le
sue articolazioni settoriali, trova nella Dieta Mediterranea un suo compimento,
una sua naturale realizzazione: non si tratta solo di agricoltura e di pesca
che tutela terre e mari, di nutrienti che fanno bene alla salute e prevengono
malattie, di un'etica del lavoro che mette al primo posto i diritti dei
lavoratori e delle lavoratrici, del fare insieme per il bene comune, di imprese
di pace e per la pace e la crescita sostenibile della collettività, ma anche di
un'idea di vita, di storie di comunità, di un sistema di valori condivisi e di
memoria. Ecco perche', assieme ad una innovazione ecocompatibile, dobbiamo
immaginare nuovi modi di esistenza e di azione che guardano alla tradizione,
socialità e alla saggezza del modello cooperativo della Dieta Mediterranea".
Ad evidenziare il legame tra agricoltura, cultura, studio ed
innovazione, nella sala Cinese di Portici hanno preso la parola il Rettore
della Federico II di Napoli Matteo Lorito e il direttore scientifico
della Fondazione Cnr Agritech Danilo Ercolini che partendo dai 300 anni
di storia della Sala e dai 150 anni della facoltà hanno insistito sulla
necessità di non chiudersi alle innovazioni ed alle sfide produttive del
futuro.
I consumi alimentari e la Dieta
Mediterranea per uno stile di vita sano. La Dieta Mediterranea e' la base per uno
stile vita sano, salutare, che previene malattie e ricadute sulla Sanità
pubblica. Bastano alcuni dati. La Fondazione Aletheia dice che in Europa si
spendono 310 miliardi di euro per merendine e bevande gassate (+29% in 5 anni)
e rappresentano il 13% della dieta Ue. E per i bambini europei questi prodotti
rappresentano un quarto delle calorie giornaliere. Gli Usa sono oltre il 60%.
Inoltre nei giovani e nei bambini cresce l'area di sovrappeso e obesità con
l'Italia che sta tra il 21° e 35° posto.
La società che cambia. Nel 2024 la Caritas
ha assistito oltre 277mila nuclei familiari (+62% rispetto a 10 anni fa) in
condizioni di povertà. Dove sanità e casa sono i primi elementi critici
accompagnati da istruzione e alimentazione.
"L'agricoltura svolge il ruolo di attività principale a
salvaguardia del territorio soprattutto nelle aree interne di collina e
montagna, ma con sempre maggiore difficoltà di competitività e mercato"»,
continua Maretti. "E anche le città non stanno meglio perche' il divario di
reddito e di istruzione tra centro e periferia e' arrivato al 18% per il reddito
ed il numero di laureati in periferia rispetto al centro e' la meta"'. Tutti
elementi questi che "influiscono negativamente sui consumi alimentari in termini
soprattutto qualitativi, in particolare nelle giovani generazioni e lo vediamo
per esempio nel fatto che i consumi di pesce nei bambini e' a di sotto delle
raccomandazioni nazionali".
Dieta Mediterranea e cooperazione, un
legame inscindibile. Tra gli interventi della mattinata, Maurizio Martina vice
direttore generale della Fao ha fatto notare come "il lavoro di Legacoop arriva
nell'anno internazionale della cooperazione, un anno per riflettere
sull'attualità, sulla modernità dell'esperienza cooperativa rispetto a quanto
vediamo e viviamo". Ed e' un lavoro che evidenzia "come Dieta Mediterranea e
cooperazione abbiano una radice comune, quella del fare insieme. La Dieta
Mediterranea e' una esperienza umana, un atto di alimentarsi non di singoli, ma
collettivo. Un modello per cooperare con gli altri". Martina ha poi evidenziato
come "fare insieme e' fare multilateralismo in un mondo multipolare.
Multilateralismo e' l'espressione di cooperazione internazionale per fare cose
comuni". E per quanto riguarda la Dieta Mediterranea, "questa non soltanto un
modello agroalimentare, ma un modello di vita che mette insieme fattori
sociali, economici e umani come la salubrita"'.
Ettore Prandini presidente Coldiretti
ha posto l'attenzione sul fatto che «"l'Italia può essere modello rispetto agli
altri Paesi. Ma la Dieta Mediterranea non va soltanto esportata ma anche
recuperata in Italia. Per questo abbiamo condiviso con Legacoop il Manifesto. E
pensiamo che si debbano coinvolgere le scuole, le mense scolastiche per
esaltare la corretta alimentazione. Perche' tutto ci possiamo permettere che i
bambini possano crescere sani a seconda del ceto appartenenza". Per questo
"continueremo a lavorare con Legacoop per una qualità della vita superiore
grazie anche alla Dieta Mediterranea".
Il ministro Francesco Lollobrigida ha parlato della
necessità di avere una "visione olistica dell'agricoltura per garantire buon
cibo per tutti e per la protezione dell'ambiente. Quello che dobbiamo fare e'
raccontare il valore dei nostri prodotti e del nostro stile di vita. Dobbiamo
far valere il fatto che l'Italia ha il tasso di longevità più alto d'Europa,
secondo soltanto al Giappone. E su questo ci rientrerà anche il nostro stile di
vita, la nostra Cucina Italiana che e' candidata a diventare patrimonio Unesco e
che a dicembre potrebbe avere il riconoscimento". Anche il ministro
Lollobrigida ha evidenziato l'importanza di "lavorare per far riconoscere ai
giovani l'importanza del cibo di qualità, di fare educazione alimentare per un
consumo consapevole".
Il Manifesto Cooperativo di Legacoop della
Dieta Mediterranea. In questo quadro si inserisce il documento di Legacoop. "E' il
frutto di un lavoro collettivo, che nasce da un'esigenza chiara: affermare che
la Dieta Mediterranea non e' solo una pratica alimentare, ma una visione di
società. Una visione che mette insieme salute, giustizia sociale, sostenibilità
ambientale, coesione economica e qualità del lavoro. Ed e' una visione che trova
nella cooperazione un attore naturale e coerente", e' quanto ha affermato Sara
Guidelli, direttrice generale di Legacoop Agroalimentare, che ha presentato
il Manifesto.
In un'epoca in cui il dibattito sul cibo spazia dalla
sostenibilità alla giustizia sociale, emerge un manifesto audace, articolato in
dieci principi fondamentali, che "si propone come una vera e propria agenda di
trasformazione per il nostro sistema alimentare e i territori" ha detto
Guidelli.
Questo documento, promosso da Legacoop non vuole essere soltanto
una dichiarazione d'intenti, ma una roadmap concreta per un futuro in cui il
cibo sia realmente un diritto universale e un motore di benessere collettivo.
"Si propone così come uno strumento di lavoro comune per costruire alleanze e
promuovere una società più coesa, giusta e sana. E' un invito all'azione,
dimostrando come il modello cooperativo possa essere un pilastro fondamentale
per un futuro alimentare più equo e sostenibile", continua la direttrice
generale.
I dieci punti del Manifesto. Al centro c'e' la dignità,
che garantisce l'accesso a cibo sano e giusto, prodotto senza sfruttamento, e
l'equilibrio della Dieta Mediterranea come stile di vita sostenibile. La
mutualità tra cooperative rafforza i legami sociali ed economici sui
territori, mentre la tutela dell'identità italiana valorizza le
eccellenze e i paesaggi rurali.
Il manifesto (vedi file allegato) promuove un'alleanza etica
lungo tutta la filiera, dal campo alla tavola, per contrastare gli sprechi e
distribuire equamente il valore. La consapevolezza alimentare,
attraverso l'educazione, forma cittadini informati. L'inclusione e'
garantita combattendo il caporalato e integrando chi e' ai margini, mentre il presidio
dei territori difende l'agricoltura sostenibile anche nelle aree più fragili.
Infine, l'innovazione guida la transizione ecologica e la competitività,
e la partecipazione democratica crea reti vive tra imprese, istituzioni
e cittadini.
"Questo manifesto non e' solo un'idea, ma un piano concreto per un
futuro alimentare più equo, sano e sostenibile", ha sottolineato Guidelli.
Simone Gamberini presidente Legacoop,
presente con un video messaggio, ha tenuto a ribadire che questa dedicata alla
"filiera agroalimentare si colloca come una delle tappe fondamentali del
cammino verso la Biennale della Cooperazione 2026", che si terrà a Milano.
Perche' "quella agroalimentare e' una filiera strategica, che attraversa il Paese
dal campo alla tavola. Una filiera che genera lavoro, valore, cultura e
salute". Il sistema cooperativo di Legacoop "e' l'unico movimento in grado di
rappresentare tutti i pezzi della filiera agroalimentare. Dalla produzione alla
trasformazione, fino alla distribuzione e al consumo consapevole". E dimostra
"che e' possibile fare impresa generando valore economico e allo stesso tempo
responsabilità sociale, coesione e sviluppo sostenibile". Con "questa visione
abbiamo costruito il Manifesto cooperativo della Dieta Mediterranea, che non e'
solo la difesa di un patrimonio culturale, ma una proposta concreta per un
modello di sviluppo sano, giusto, partecipato. Perche' la Dieta Mediterranea,
letta attraverso la cooperazione, e' salute, lavoro dignitoso, educazione,
biodiversità, inclusione. È alleanza tra chi produce, trasforma, distribuisce,
cucina e consuma".
Il valore della lotta alla mafia: le
cooperative di Libera Terra. Nell'ambito della tappa verso la Biennale si e' svolta anche l'assemblea
di Cooperare con Libera Terra, Agenzia per lo sviluppo cooperativo e la
legalità che da quasi vent'anni, si occupa di promuovere il riuso sociale e
produttivo dei beni confiscati, a fianco di Libera, insieme alle cooperative di
Legacoop che l'hanno fondata e la animano. "Siamo molto contenti di aver svolto
la nostra assemblea annuale portando un contributo sull'agricoltura sociale, in
coerenza col manifesto presentato che sottolinea come la cooperazione sia una
leva di inclusione e giustizia sociale, attenta alla valorizzazione i beni
confiscati", sottolinea Rita Ghedini, presidente di Cooperare con Libera
Terra. "Per valori e contenuti progettuali ci sentiamo pienamente parte di
questo progetto. Dignità, Mutualità, Alleanza, Inclusione, Presidio,
Partecipazione - alcune delle parole del Manifesto - sono i modi con cui il
progetto di Cooperare con Libera Terra ha cercato, negli anni, di dare sostanza
e sostenibilità al motto "buoni, puliti e giusti" che definisce il progetto
Libera Terra dalla sua origine. Le cooperative Libera Terra sono pienamente
integrate nella filiera agroalimentare cooperativa, partecipi ed impegnate a
promuovere stili di vita e di consumo sostenibili, basati sul rispetto della
terra, delle persone che la abitano e la lavorano, delle colture e culture che
raccontano la storia del territorio, senza agiografie, con la forza di chi sa
che la vera trasformazione positiva avviene attraverso la partecipazione".
L'evento di Napoli e' stato realizzato con il contributo di Legacoop Campania, Legacoop Agroalimentare, Cooperare con Libera Terra, Ancc Coop, Ancd Conad, Legacoop Produzione e Servizi e Legacoop Sociali. Con il contributo di Coopfond e Foncoop e in partnership con Future Food Institute, Centro Studi Dieta Mediterranea Angelo Vassallo e Comune di Pollica.