LATTE, LEGACOOPAGROALIMENTARE E AGCI AGROALIMENTARE:LAVORARE SUI PREZZI E SULL'OCM PER DARE STABILITA' ALLA FILIERA
NotizieLegacoop Agroalimentare e Agci Agroalimentare al Tavolo Latte del Masaf: "Servono interventi immediati e una OCM Latte moderna per dare stabilità alla filiera"
- Cristian Maretti (presidente di Legacoop
Agroalimentare): "Siamo di fronte a un lieve squilibrio tra domanda e
offerta e per evitare problemi più grandi e' bene intervenire subito. Già
la prossima settimana lavoreremo per arrivare a garantire un prezzo
accettabile proprio nel primo semestre del nuovo anno secondo i criteri di
stabilità della produzione".
- Antonello Capua (presidente AGCI
Agroalimentare) "Il prezzo del latte bufalino e' crollato da 2,00 a 1,50
euro al litro in pochi mesi: riteniamo fondamentale introdurre un
bollettino ufficiale del prezzo. Al tempo stesso, servono controlli più
rigorosi sulle pratiche produttive scorrette che minano la qualità della
mozzarella di bufala".
ROMA 2 dicembre 2025
Legacoop Agroalimentare e Agci Agroalimentare hanno partecipato oggi al Tavolo
Lattiero-Caseario convocato dal Masaf, portando all'attenzione del Ministro e
delle organizzazioni della filiera una posizione chiara: il settore
lattiero-caseario italiano sta affrontando una fase di forte vulnerabilità
e ha bisogno di misure urgenti per contenere la crisi e di strumenti
strutturali in grado di garantire stabilità nel medio periodo.
Le due organizzazione
hanno evidenziato come tutte le principali componenti del settore - bovino,
bufalino e ovi-caprino - stiano attraversando una fase di stress
dovuta alla combinazione di instabilità dei mercati, calo dei prezzi,
aumento dei costi e crescente pressione competitiva.
In particolare, nel latte
bovino la forte discesa del latte spot - sceso ai livelli minimi degli
ultimi cinque anni - e l'aumento dei costi di produzione (mangimi, foraggi,
energia) hanno eroso i margini degli allevatori, con effetti pesanti per chi
opera fuori dalle filiere DOP e non dispone di contratti stabili. Anche le
filiere più consolidate, come Grana Padano, iniziano a
mostrare tensioni dovute a squilibri tra produzione e domanda e alla crescita
delle giacenze.
"Siamo di fronte a un
lieve squilibrio tra domanda e offerta e per evitare problemi più grandi e' bene
intervenire subito. Per questo servono misure immediate per evitare che interi
pezzi della zootecnia italiana si indeboliscano irreversibilmente. Le cooperative
continuano a svolgere un ruolo decisivo di presidio dei territori e chiedono
una Ocm Latte moderna per migliorare ancora le loro prestazioni", spiega il
presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti. "Il tavolo di
oggi, e' un primo confronto che sarà accompagnato da ulteriori confronti di
filiera". Oggi, continua Maretti che si complimenta per come e' stato impasto il
lavoro al Tavolo "abbiamo avuto la conferma che la difficoltà di oggi e' dovuta
a un leggero eccesso della produzione e per questo vanno prese misure che
abbiano come priorità quella di evitare speculazioni nei primi sei sei mesi del
2026. Questo chiedendo anche interventi di natura promozionale verso l'estero
di alcuni prodotti stagionati e di divulgazione a livello italiano". I temi del
tavolo saranno ripresi già la prossima settimana "quando l'idea e' quella di
lavorare per arrivare a garantire un prezzo accettabile proprio nel primo
semestre del nuovo anno secondo i criteri di stabilità della produzione"
Nel corso del Tavolo,
le due realtà dell'agroalimentare hanno sottolineato la necessità di
intervenire con azioni coordinate che permettano al comparto di superare
l'attuale fase critica. In primo luogo, e' stata evidenziata l'urgenza di una stabilizzazione
dei prezzi: per evitare un crollo generalizzato della redditività,
serve un riposizionamento condiviso del prezzo del latte già nel primo
trimestre del 2026, accompagnato dalla possibilità di attivare incentivi
statali o fondi di emergenza a favore delle aree e delle stalle più esposte. In
questo quadro si inserisce anche la proposta di introdurre un sistema a doppia
fascia di prezzo, che riconosca il valore pieno al latte entro le
quote assegnate e una tariffa ridotta al prodotto eccedentario, in modo da
governare meglio i volumi.
Nel suo intervento Antonello
Capua (presidente AGCI Agroalimentare) ha puntato i riflettori sulle
criticità del settore bufalino: "Il prezzo del latte bufalino e' crollato da
2,00 a 1,50 euro al litro in pochi mesi, a causa di un eccesso di offerta e di
comportamenti speculativi da parte dell'industria di trasformazione. Per questo
riteniamo fondamentale introdurre un bollettino ufficiale del prezzo, che oggi
manca, per dare trasparenza al mercato e valorizzare anche le scorte, come il
latte congelato, rendendole bancabili. Al tempo stesso, servono controlli più
rigorosi sulle pratiche produttive scorrette che minano la qualità della
mozzarella di bufala, come l'uso del "fusore" per aumentare la resa. Siamo
molto preoccupati per gli effetti della recente sentenza del TAR Campania che
apre alla possibilità di usare latte in polvere nella produzione: una deriva
pericolosa che rischia di compromettere la reputazione del prodotto e favorire
ulteriori speculazioni. Chiediamo un intervento urgente del Ministero per estendere
il divieto previsto dalla legge 138/1974 anche al latte bufalino".
Legacoop Agroalimentare
e Agci Agroalimentare hanno poi richiamato l'attenzione sulla necessità di
definire quotazioni differenziate per filiera, riconoscendo
che i costi, la domanda e i margini variano profondamente tra i diversi
segmenti del lattiero-caseario. Una contrattazione più trasparente, fondata su
parametri qualitativi chiari, sarebbe in grado di valorizzare meglio il latte
destinato alle differenti trasformazioni.
Un altro fronte
fondamentale riguarda la gestione dell'offerta, che dovrebbe
puntare a una riduzione programmata della produzione nazionale. Ciò
permetterebbe di riequilibrare il mercato, anche attraverso strumenti volontari
o sistemi di compensazione destinati in particolare alle stalle marginali o
senza ricambio generazionale. Allo stesso tempo, le due associazioni chiedono
di rafforzare il ruolo dei Consorzi nelle azioni di gestione delle eccedenze e
nelle penalizzazioni per le crescite produttive eccessive.
Al Tavolo e' emersa con
forza anche la priorità di rilanciare una Ocm lattiero-casearia
capace di introdurre meccanismi di programmazione, flessibilità produttiva e
strumenti anticrisi simili a quelli che hanno già dato risultati positivi in
altri settori come l'ortofrutta. Un quadro più moderno e stabile favorirebbe
inoltre gli investimenti in innovazione: dall'intelligenza artificiale al
monitoraggio climatico, fino agli interventi di efficientamento dei costi,
strumenti indispensabili per rendere la filiera più competitiva.
Infine, Legacoop
Agroalimentare e Agci Agroalimentare hanno quindi ribadito l'importanza di
rafforzare le attività di promozione sui mercati interni ed esteri,
valorizzando i prodotti Dop e Igp e sostenendo una cooperazione più stretta tra
gli attori della filiera. Solo un'offerta italiana più compatta e riconoscibile
può competere sui mercati globali, contrastando al tempo stesso la crescente
pressione del prodotto estero.
Rilevanti anche le
criticità del comparto bufalino, aggravate dalla recente
sentenza del Tar Campania sulla ricostituzione del latte in polvere, che crea
un quadro di incertezza normativa in una delle DOP più simboliche del Paese. Il
settore ovi-caprino, e in particolare il Pecorino Romano DOP,
soffre invece gli effetti dell'aumento dei dazi Usa e delle scorte elevate.