A RIMINI LA PLASTICA VA IN RETE
Pesca e acquacoltura
A RIMINI LA PLASTICA VA IN RETE
Aspettando la legge, la società
civile non si ferma. I ritardi della "Salva Mare" e i problemi della raccolta
dei rifiuti di plastica dal mare al centro del convegno organizzato sabato scorso
dalle associazioni di mitilicoltori, pescatori e Marevivo
A macchia di leopardo, in Italia già
sono state avviate volontariamente azioni da parte dei pescatori ed istituzioni
locali per attività di recupero dei rifiuti. La legge, invece, passata al Consiglio
dei Ministri, non e' ancora stata incardinata
Partendo dal problema delle reti
tubolari in plastica ("calzette") usate nella mitilicoltura, ed oggi al centro
di diverse sperimentazioni tra plastiche biodegradabili e buone pratiche per lo
smaltimento, il dibattito si e' presto allargato all'intero problema
dell'inquinamento da plastica, un "Mare Mostro", come suggerisce l'associazione
Marevivo, che la Legge "salva Mare", varata ormai da mesi dal Consiglio dei
Ministri e mai incardinata nei lavori del Parlamento, dovrebbe contribuire a
risolvere. Abilitare i pescatori a raccogliere e depositare gratuitamente a
terra i rifiuti raccolti in mare con le reti a strascico e' il centro della
Legge che inspiegabilmente ancora non c'e', in mancanza della quale chi
raccoglie rifiuti in mare, al di fuori delle campagne autorizzate, lo fa a suo
rischio e pericolo, incorrendo in costi e possibili sanzioni. Marevivo, AMA
ed Alleanza delle Cooperative sono decisi, insieme, a spingere Governo e
Parlamento ad accelerare, avviando un percorso virtuoso su cui l'opinione
pubblica si e' già dimostrata attenta e sensibile. Il "plastic free" dallo
slogan si sta traducendo nei fatti in tante scuole ed Enti pubblici e privati,
mentre una direttiva europea sta facendo scomparire in pochi anni la plastica
monouso dal commercio (anche se i bicchieri non sono stati inseriti nella
direttiva e così la lobby resiste), seguendo cotton fioc e la microplastica nei
cosmetici da risciaquo. L'alleanza fra pescatori, maricoltori e Marevivo ha
già pronto un emendamento con cui aggiustare il tiro della "salva mare" non
appena approderà in Parlamento: isole ecologiche nei porti, esenzione dei
maricoltori dai piani di raccolta e gestione dei rifiuti prodotti dalle navi,
equiparazione dei rifiuti portati a terra dal mare ai rifiuti urbani, esenzione
per pescatori e maricoltori dall'obbligo di iscrizione all'albo dei gestori
ambientali, nessun onere per gli imprenditori ittici, comportamenti premiali:
questi i punti destinati a sgombrare il campo dai lacci e lacciuoli che
hanno impedito finora di rendere i pescatori soggetti attivi nella pulizia del
mare. Le esperienze pilota già attuate dall'ISPRA, dalla Fondazione Cetacea
a Rimini, e da tantissimi pescatori a Fiumicino, Anzio, San Benedetto del
Tronto, Pollica, Livorno e tanti altri comuni (mappa allegata), confermano la
validità degli indirizzi espressi dagli organizzatori, a cui si sono dimostrati
interessati gli Assessori all'Ambiente – Paola Gazzolo – e all'Agricoltura e
Pesca – Simona Caselli – della Regione Emilia Romagna, intervenute al convegno
di Rimini.
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