ACI Pesca: Il "Libro blu" della pesca e dell'acquacoltura
Pesca e acquacoltura
Il "Libro blu" della pesca e dell'acquacoltura
Linee guida per il governo e lo sviluppo del settore
(Roma, 9 marzo 2017) Le cooperative e le imprese di pesca e
acquacoltura propongono alla politica linee guida "per il governo e lo sviluppo
del settore. L'obiettivo e' quello di assicurare alle filiere ittiche nazionali
lavoro e reddito, per ridare nuovo slancio competitivo al settore, stare al
passo con il mercato e attrarre giovani, garantendo così un futuro al
comparto".
Queste alcune delle proposte presentate dall'Alleanza
delle Cooperative Italiane della Pesca (Agci Agrital,
Federcoopesca-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare Dipartimento pesca) con
le Associazioni dell'Acquacoltura API (Associazione Piscicoltori) e AMA
(Associazione Mediterranea Acquacoltori), nel corso degli Stati generali della
pesca e dell'acquacoltura, che hanno visto
la partecipazione di oltre quattrocento persone, di cui trecento pescatori
provenienti da tutta Italia.
Sanzioni: sì al rispetto delle regole, no ai salassi
previsti dalla Legge 154
Il nostro obiettivo e' quello di ridefinire quanto previsto
dalle Legge 154 del 2016, che inasprisce il sistema sanzionatorio, con multe
fino a 150 mila euro. È importante contrastare ogni illecito, ma occorre un
maggiore equilibrio.
Tonno rosso e pesce spada, produzioni di punta del made
in Italy, messe a rischio da sistema a quote
La recente introduzione di un sistema di pesca con quote per
il pesce spada, impone la convocazione di un tavolo di confronto in vista della
ripartizione tra paesi Ue delle 10.500 tonnellate destinate nel complesso al
Mediterraneo. L'Italia detiene il 50% della produzione mediterranee di spada,
con circa 5000 tonnellate pescate ogni anno, per un valore che sfiora i
40milioni di euro. Dobbiamo salvaguardare imprese e lavoratori di questa
filiera attraverso la concessione di un adeguato numero di quote. Sul tonno, va
riconsiderata la disciplina delle catture accessorie o accidentali per venire
incontro alle richieste della pesca artigianale e evitare così pesanti balzelli
legati alle nuove sanzioni.
Ammortizzatori sociali, occorre un strumento a regime
Dotare il settore, e i suoi oltre 25 mila pescatori
imbarcati, dell'istituto della cassa integrazione ordinaria, alla stregua di
quello previsto per il comparto agricolo.
Pesca 4.0. Stesso mare e stesse regole per evitare il
dumping delle imprese straniere
La pesca cambia anche grazie alla tecnologia. I pescherecci
sono sempre più sicuri con dotazioni e sistemi di controllo
all'avanguardia. Non e' possibile che le norme che ne regolano
l'operatività in acqua siano le stesse del 1968. Per una pesca 4.0, occorre
modificarle. È necessario estendere l'operatività delle navi da pesca, fermo
restando la tutela della salute e della sicurezza della vita umana in mare, come
avviene per le imbarcazioni battenti bandiere diverse da quella italiana che
operano in condizioni di maggior favore rispetto alle nostre.
Non più norme calate dall'alto, ritorno alla
concertazione
Ripristinare la Commissione Consultiva Centrale della Pesca
marittima e dell'Acquacoltura, quale indispensabile organismo di confronto e
consultazione per la categoria.
Semplificare, per essere più competitivi. Troppi 2 mesi
di lavoro all'anno per burocrazia
Una impresa media del settore perde circa l'equivalente di
due mesi di lavoro all'anno per assolvere agli adempimenti burocratici. Occorre
cambiare passo, e' necessaria la semplificazione delle pratiche amministrative e
la diminuzione dei costi burocratici che gravano pesantemente sulla redditività
delle imprese ittiche: dalle procedure autorizzative per le licenze di pesca e
nulla osta, agli adempimenti per la tracciabilità del prodotto dal mare alla
banchina.
Fondi Feamp: una opportunità a metà. Pesa il principio di
"condizionalita"'
La "condizionalita"' e' un sistema, introdotto dall'Unione
europea, che impedisce non solo l'accesso al sostegno finanziario previsto dal
Feamp per infrazioni già commesse ma che può costringere il beneficiario a
restituire quanto già percepito se nei successivi cinque anni, rispetto al
momento della concessione del sostegno finanziario, viene commessa un'altra
infrazione.
"Testo unificato in materia di pesca e acquacoltura",
fermo ai blocchi di partenza. Occorre aggiustare il tiro
Ridefinire la disciplina sulle concessioni e canoni
demaniali, così come sta avvenendo già per quelle rilasciate per finalità
turistico-ricreativo. Cancellazione della norma contenuta nella legge 7 agosto
2012, n. 134, il "Cresci Italia", che ha introdotto una nuova
autorizzazione per l'esercizio di impianti di acquacoltura in mare posti ad una
distanza superiore ad un chilometro dalla costa.