Pesca:UN PATTO PER IL RILANCIO E L'INNOVAZIONE DEL COMPARTO PESCA
Pesca e acquacolturaUN PATTO PER IL RILANCIO E L'INNOVAZIONE DEL COMPARTO PESCA
Angelo Petruzzella, coordinatore nazionale
Dipartimento Pesca Legacoop Agroalimentare: "Serve un confronto tra tutti gli attori della filiera per superare
le difficoltà. Le imprese stanno facendo la propria parte, ma sono fondamentali
il contributo delle istituzioni e la collaborazione con la grande distribuzione
organizzata"
Roma, 6 dicembre 2017 – Il settore della pesca necessita di un rilancio che coniughi
innovazione e sostenibilità e che coinvolga tutti i protagonisti della filiera
ittica, la grande distribuzione organizzata e le istituzioni nazionali e
europee. È infatti in sofferenza da tempo - in pochi anni sono andati persi
17.000 posti di lavoro - nonostante la domanda di pesce da consumare a tavola
sia superiore all'offerta.
Il Dipartimento Pesca di Legacoop
Agroalimentare, che rappresenta circa un quarto dell'intero comparto nazionale
per Plv e occupati, ha lanciato le proprie proposte per il rilancio del settore
nel corso del convegno "La filiera ittica
tra sfide e innovazione", al quale hanno partecipato, tra gli altri, il
ministro del Lavoro Giuliano Poletti,
il sottosegretario all'Agricoltura Giuseppe
Castiglione, i top manager di alcune tra le principali catene della Gdo
(Coop, Conad, Eataly) e il presidente nazionale di Legacoop, Mauro Lusetti.
"Il nostro obiettivo e' stato quello di mettere a confronto tutti gli
attori della filiera, perche' solo uno sforzo comune ci consentirà di superare
le difficoltà del settore – ha dichiarato Angelo Petruzzella, coordinatore nazionale Dipartimento Pesca – Le imprese stanno facendo la propria parte,
e lo dimostrano i casi di eccellenza che abbiamo presentato, ma anche le
istituzioni devono fare uno sforzo di equilibrio tra gli interessi in campo,
riducendo vincoli spesso inutili, sostenendo con forza l'innovazione per
favorire il ricambio generazionale e riformando l'apparato amministrativo
pubblico, centrale e periferico. Anche la grande distribuzione organizzata
- ha aggiunto Petruzzella – può dare un
valido supporto all'imprenditoria della pesca italiana, valorizzando il
prodotto locale per dare una risposta a un trend in crescita di consumo che
chiede qualità e tipicità".
"Un comparto dalle grandi potenzialità ancora inespresse – conclude
Petruzzella - e' quello dell'acquacoltura:
un modello di eccellenza fatto di 800 impianti che producono 140 mila
tonnellate l'anno di prodotti freschi, i quali contribuiscono a circa il 40%
della produzione ittica nazionale e al 30% circa della domanda di prodotti
freschi. Lo sviluppo sostenibile di questo settore, attraverso la blue economy
come modello di business a impatto zero, rappresenta una delle scommesse per il
futuro della pesca italiana".
LE ESPERIENZE DELLE COOPERATIVE
Nel corso dell'evento sono state
presentate alcune tra le più innovative esperienze di innovazione di
cooperative del settore della pesca.
La cooperativa toscana Mare Nostrum, privilegiando il lavoro
con specie meno note, ha brevettato un processo di preparazione del pescato che
agisce su temperatura, umidità e ossigeno, per aumentare la shelf-life del
prodotto e soddisfare così le esigenze della ristorazione collettiva e della
Gdo, che hanno bisogno di prodotto sicuro, di qualità, capace di produrre
saving operativi e di costo.
La cooperativa pescatori di Fano, dopo aver dato vita alla catena di
ristoranti Pesceazzurro in cui i
pescatori - a pochi metri dall'approdo - servono pesce fresco e vendono
prodotti ittici con il proprio marchio, e' ora impegnata nel lancio della linea
Cibidamare: 12 referenze di sughi pronti
rivolte alla Gdo e prodotte in uno stabilimento all'avanguardia.
In Sardegna, il Nuovo Consorzio Cooperative Pontis ha
puntato sul cefalo muggine, sinora utilizzato solo per la bottarga, mettendo in
produzione filetti di muggine affumicato. La nuova produzione, integrata nel
ciclo della bottarga, ha consentito di ottenere un'offerta più ampia e senza
sprechi.
In Sicilia, la cooperativa Mare dell'Etna ha valorizzato una
materia prima locale di altissima qualità: il tonno alalunga, equiparabile per
gusto al tonno rosso. Grazie a innovazioni tecnologiche (come la cottura in
salamoia, l'abbattimento rapido della temperatura, la cella di asciugatura e la
sterilizzazione in forno), la cooperativa realizza un prodotto di grande
consistenza, a ridotto contenuto di sale e arricchito con olio autoctono. Una
preparazione fortemente legata al territorio, capace di dare risposta alle
difficoltà del settore del tonno.
In Friuli, la cooperativa Almar ha adottato un sistema di
acquacoltura di precisione per
minimizzare l'impatto ambientale e, come altre realtà cooperative - in
particolare il Consorzio Pescatori di
Goro, in provincia di Ferrara - ha sviluppato una nuova filiera di
confezionamento dei molluschi vivi, con un sistema di packaging sottovuoto in
termo-sigillatura che consente di mantenere gli alimenti freschi più a lungo,
preservando igiene e caratteristiche organolettiche e nutrizionali.
La capacità di accorciare la
distanza tra produzione e consumo, offrendo un servizio al cliente finale
accomuna l'Organizzazione dei produttori
della pesca di Bellaria e la cooperativa Pescatori dello Jonio. La prima ha
inserito nelle proprie etichette un QR code che consente di tracciare in tempo
reale le produzioni: grazie all'applicazione APPena pescato, ogni livello della
filiera – dal grossista, al commerciante, al consumatore finale – può
effettuare direttamente il proprio acquisto. La cooperativa Pescatori dello Jonio ha sviluppato
un'iniziativa analoga, lanciando l'app Pesce a Miglio zero, che inoltra quotidianamente notifiche sul pescato in
arrivo agli utenti iscritti, i quali possono raggiungere il luogo di sbarco per
i loro acquisti.
Infine, per diversificare
l'offerta e coniugare pesca locale e turismo, la Cooperativa San Marco di Burano ha sviluppato, in collaborazione
con Regione Veneto, l'attività di pescaturismo. È nata così I-Lagoon, una video-audioguida
pensata per accompagnare le escursioni, integrando l'esperienza pratica con
informazioni digitalizzate su mestieri, tradizioni, produzioni.
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Il Dipartimento Pesca di Legacoop associa 300
cooperative e 95 imprese, per un fatturato di 300 milioni (25% della Plv
italiana). Le barche gestite sono oltre 3.100 (il 25% del totale delle barche
italiane). I soci sono 8.600 (27% degli addetti italiani nella pesca e
acquacoltura).