ACQUA, CARLOTTI: OCCORRONO INTERVENTI STRUTTURALI E DECISIONI DRASTICHE

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19 maggio 2025

A San Miniato (Pi) si è tenuto il convegno Acqua: criticità e risorsa. Modelli di sviluppo e sostenibilità per il futuro della società e dell'ambiente

 

Non più rimandabile la gestione dell'acqua, l'agricoltura deve rispondere al cambiamento

Massimo Carlotti (vice presidente Legacoop Agroalimentare): "Occorre una gestione sostenibile del suolo e una regolazione del flusso idrico naturale. Non possiamo pensare che il problema si risolva assicurando i beni dagli eventi catastrofali. Ma occorre anche l'adozione di nuove colture e varietà resistenti alla siccità, nonche' l'utilizzo di tecnologie innovative"

 

ROMA, 19 maggio 2025 - Politiche sulle risorse, interventi sulle infrastrutture, cambio di passo dell'agricoltura: le gestione dell'acqua deve avvenire in maniera seria e razionale. "Non e' più rimandabile una gestione sostenibile del suolo e una regolazione del flusso idrico naturale. Dobbiamo costruire casse di espansione, bacini di contenimento e canali di deflusso. Dobbiamo prendere decisioni drastiche, spostare ciò che non può stare dove e' ora, rimediare agli errori, alle valutazioni non più corrette, anche in presenza di agglomerati urbani o industriali. Perche' non possiamo pensare che il problema si risolva assicurando i beni dagli eventi catastrofali". Ha le idee chiare Massimo Carlotti vice presidente di Legacoop Agroalimentare e presidente della cooperativa Terre dell'Etruria, sul problema dell'acqua e del cambiamento climatico.

Coraggio di scelte drastiche. Intervenuto la settimana scorsa a San Miniato (Pi) al convegno Acqua: criticità e risorsa. Modelli di sviluppo e sostenibilità per il futuro della società e dell'ambiente, Carlotti ha sottolineato come sia "meglio avere il coraggio politico di rimuovere o spostare ciò che in quel luogo non può più stare e, nei casi specifici indennizzare adeguatamente, completamente e velocemente, chi resta e presta le sue proprietà alle casse di espansione. Siamo convinti che questo approccio ci costerà sicuramente meno di quanto stiamo provando a spendere per rimediare parzialmente ai danni subiti".

L'acqua in agricoltura. L'acqua, risorsa fondamentale per la vita, riveste un ruolo cruciale nel settore agricolo, garantendo l'approvvigionamento alimentare per una popolazione globale in costante crescita. Tuttavia, l'impiego massiccio di acqua in agricoltura sta esercitando una pressione significativa sulle risorse idriche del pianeta, con implicazioni ambientali ed economiche sempre più evidenti.

Secondo i dati della Food and Agriculture Organization of the United Nations (Fao), a livello globale, l'agricoltura e' responsabile di circa il 70% dei prelievi totali di acqua dolce, percentuale che sale vertiginosamente nei Paesi a basso reddito, dove l'agricoltura può arrivare ad assorbire fino al 90% delle risorse idriche disponibili (World Bank, 2023).

In Italia, il settore agricolo assorbe una quota considerevole delle risorse idriche, il 41% dell'acqua consumata in Italia e' destinata all'agricoltura. Secondo L'Istat l'Italia e' tra i Paesi europei che fanno maggior ricorso all'irrigazione, dietro soltanto alla Spagna, con un consumo di oltre 11 miliardi di metri cubi di acqua. La Lombardia e' la regione con il maggior consumo di acqua per l'agricoltura.

La sfida dell'agricoltura: cambiare approccio e uso di nuove tecnologie. Carlotti ha illustrato anche quelle che potrebbero essere alcune strategie da adottare. Si tratta di «investimenti in sistemi di drenaggio e protezione dei terreni, diversificazione delle colture per ridurre il rischio di perdita totale, accesso a fondi europei e nazionali per la gestione del rischio climatico, adozione di pratiche agroecologiche per migliorare la resilienza dei suoli».

L'agricoltura e' chiamata a dare il proprio contributo e deve indirizzarsi verso «"l'adozione di nuove colture e varietà resistenti alla siccità, nonche' l'utilizzo di tecnologie innovative di drenaggio e stoccaggio, oltre all'incentivazione di tecniche avanzate come l'irrigazione a goccia, i sensori di umidità del suolo e l'irrigazione a deficit controllato". Occorrono "linee guida chiare sulla gestione delle criticità e occorre una gestione equilibrata tra le necessità agricole, urbane e ambientali in modo da evitare politiche di tariffazione che rendano l'irrigazione insostenibile per gli agricoltori". Carlotti ha parlato anche di "sistemi di allerta precoce per siccità e inondazioni» e soprattutto ha evidenziato la necessità di «promuovere l'uso di fertilizzanti derivati dalle acque reflue per migliorare la gestione dell'azoto e favorire la bioeconomia circolare dell'Ue".

Prevenzione del rischio. Tutto questo si deve sommare a misure preventive contro i rischi di alluvioni e inondazioni. Per Carlotti occorre la "manutenzione delle infrastrutture esistenti e ripristinare e migliorare i sistemi di drenaggio e gestione idrica per ridurre i danni da alluvioni. Occorre prevenzione dell'impermeabilizzazione del suolo bloccando ulteriore cementificazione delle terre agricole, e semplificazione delle normative riducendo la burocrazia per consentire agli agricoltori di intervenire nella manutenzione del territorio".

Interventi questi, fondamentali in quanto si assiste a "danni alle coltivazioni e perdita di raccolti per asfissia delle radici e perdita di interi raccolti, erosione del suolo e riduzione della fertilità e quindi una più difficile ripresa produttiva dopo eventi estremi". Ma ci sono anche "danni a strade rurali, serre, impianti di irrigazione e macchinari agricoli, accumulo di detriti e fango nei terreni e nei canali di scolo che ostacola la ripresa delle attivita"', oltre "all'aumento dei costi di gestione» e una inevitabile "riduzione della qualità e quantità della produzione provocata da venti climatici estremi, alternanza di periodi siccitosi e piogge intense alterano il ciclo di maturazione delle colture". E questo porta a "perdita di reddito e difficoltà nel mercato in quanto minore produzione e danni ai raccolti che influiscono direttamente sui ricavi".

Necessità di scelte condivise. Ecco dunque, che, conclude Carlotti "non c'e' soluzione a questa condizione climatica se non ci concentriamo sull'acqua e sulle problematiche ad essa connesse, soluzioni che per quanto ci riguarda, come sistema cooperativo, vanno ricercate e condivise su scala europea, armonizzando la legislazione, intervenendo sulle criticità in maniera condivisa, programmando un piano di investimenti che parta dall'emungimento per arrivare fino alla distribuzione e al trattamento dei reflui, compreso il riuso". 




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